25 dicembre 2013

Filodiffusione ieri e oggi, quali vantaggi?

ricevitore per filodiffusione
Nell'epoca ipertecnologica in cui viviamo, nel momento in cui sui telefonini è possibile navigare su internet, condividere contenuti, ascoltare musica, ha ancora senso parlare di filodiffusione? Certo, perché l'intento di questo blog non è solo quello di rinverdire la memoria di un sistema di trasmissione che pure ha avuto il suo successo, ma anche quello di analizzarne le dinamiche, i vantaggi e gli svantaggi. Forse è utile ricordare un fatto "tecnico" di notevole importanza, attraverso un esempio pratico. Il segnale filodiffuso viene inviato alla centrale Telecom (un tempo SIP) che poi dalla centrale viene allacciato alle singole abitazioni che fanno richiesta per la filodiffusione. A questo va ulteriormente aggiunto che l'allaccio viene fatto in un raggio di 5-7 Km, tale è la portata della centrale Telecom. Quindi per chiarire meglio se una strada o un quartiere della città sono coperti da una centrale che riceve il segnale filodiffuso allora si può usufruire del servizio, ma nel caso non lo fosse l'abbonamento ai servizi di filodiffusione non può essere fatto. Nel sito della Rai è specificato che la filodiffusione copre tutti (o quasi) i capoluoghi italiani (di regione, di provincia?). Il fatto è che probabilmente non tutte le parti di questi capoluoghi possono ricevere la filodiffusione. La domanda che poniamo è perché la Telecom non ha implementato il servizio e non ha "coperto" ulteriormente le città e, perché no, anche i piccoli centri? La filodiffusione è una forma di trasmissione "pulita" possibile a costi contenuti, tanto per chi si abbona, quanto per chi la fornisce. Non sarebbe sbagliato impotizzare che se la filodiffusione avesse avuto uno sviluppo più capillare sul territorio, anche l'offerta di canali e programmi sarebbe stata ampliata e diversificata.

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