22 dicembre 2013

Intervista sulla filodiffusione

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Il servizio di Filodiffusione fu istituito nel 1958 per effetto di una legge del Parlamento, con la quale si richiedeva alla RAI e alla SIP, l’allora gestore della rete telefonica, la fornitura di due canali musicali senza interruzioni pubblicitarie, oltre alla diffusione via cavo dei canali radiofonici della RAI anche nelle zone d’Italia non adeguatamente raggiunte dal segnale via etere. Dopo quasi mezzo secolo di vita e alterne vicende di crisi e sviluppo, il servizio è attivo e vitale, conta su una nutrita schiera di appassionati estimatori e guarda a un futuro in cui l’evoluzione tecnologica e la sempre più ampia diffusione della fruizione musicale lasciano intravedere scenari promettenti. La struttura RAI al cui interno trova collocazione il servizio è quella dei Canali di Pubblica Utilità, diretta da Riccardo Berti con la collaborazione e il supporto di Michela La Pietra.

Da due anni circa la cura degli aspetti artistici del palinsesto è stata affidata a Massimo Di Pinto, musicista di formazione “classica” diplomato in Pianoforte e in Direzione di coro presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma, nonché direttore di vari complessi corali, fra cui il Coro Polifonico Città di Palestrina, il Coro Polifonico Capitolino e l’ensemble La Voix Humaine. In RAI dal 1984, ha ricoperto il ruolo di Consulente Musicale, poi di Archivista presso la Biblioteca musicale dell’Orchestra sinfonica di Roma, fino all’attuale qualifica di Programmista regista.

La filodiffusione dal 1958 ad oggi. Quasi cinquant’anni di storia e di cambiamenti fra continuità ed innovazione…
In effetti la storia della Filodiffusione si è sviluppata all'interno di questa dicotomia: da un lato la continuità, rappresentata da una proposta culturale in evoluzione, dall’altro la costante innovazione dei processi tecnologici, che nell’arco degli ultimi venti anni ci ha condotto dal vecchio nastro magnetico analogico alla rivoluzione del compact disc e all’attuale sistema di programmazione interamente informatizzato. Il processo evolutivo sembra non essere ancora terminato, ma già allo stato attuale le nuove possibilità offerte dalla tecnica ci hanno aperto prospettive impensabili fino a poco tempo fa: la gestione ed elaborazione digitale del suono, Internet, il satellite, tutto può contribuire in modo determinante alla diffusione e al successo di un prodotto – la Filodiffusione – che sembra non avere età.

Partiamo dal quarto canale che è dedicato alla musica leggera per approdare poi al quinto, sulla musica classica.
Proprio in questi mesi il IV canale sta attraversando una fase di totale rinnovamento, grazie ad importanti investimenti compiuti dalla RAI sugli impianti di produzione e messa in onda. Fino a qualche tempo fa la scaletta musicale era realizzata in modalità “random” (casuale) da una sorta di juke-box contenente circa cinquecento CD, e ciò rendeva praticamente impossibile l’organizzazione di un palinsesto ragionato e la sua pubblicazione in anticipo. Il nuovo impianto invece, completamente computerizzato, consente la massima flessibilità di utilizzo: ogni brano può essere dettagliatamente classificato in base a diversi parametri, e la sequenza musicale può finalmente essere organizzata per generi e fasce orarie, costituendo un vero e proprio palinsesto.
Il primo risultato tangibile di tale innovazione è stato “Round Midnight”, rubrica dedicata alla musica jazz in onda ogni sera dalle 22,30 alle 24. L’apprezzamento espresso dagli appassionati del genere è stato notevole: molti di loro hanno auspicato l’istituzione da parte nostra di un canale monotematico riservato al jazz. Questo però non avverrà, in quanto volendo tener conto delle esigenze di un pubblico vasto e variegato, preferiamo costruire a poco a poco un canale che dia spazio a diversi generi di musica leggera, con particolare riguardo a quelli di maggior pregio, come ad esempio la canzone d’autore o la musica da film. Dalla RAI ci si aspetta sempre qualcosa di diverso rispetto alle normali proposte delle emittenti radiofoniche commerciali, e non vorremmo deludere tali aspettative.

Quali sono invece i programmi più interessanti prodotti per il V canale negli ultimi mesi?
Si possono rintracciare specifici motivi di interesse in molti dei nostri programmi: io amo particolarmente la musica moderna e contemporanea, e quindi apprezzo la serie intitolata “Sillabario del Novecento”, in cui a ogni lettera dell’alfabeto corrisponde una monografia su uno degli autori più significativi del secolo scorso, così come la rubrica “Ritratti contemporanei”, interamente dedicata ai compositori italiani delle ultime generazioni. Ma sono anche consapevole di quanto i gusti del pubblico spesso si rivolgano altrove: i melomani apprezzano la rubrica “Le voci della lirica” e anche un programma di pura evasione come “Non solo Danubio”, dedicato all’opera omnia di Johann Strauss jr (domenica dalle 22.30 alle 23), incontra il favore degli ascoltatori.

Ma l’iniziativa più rilevante del 2006 è forse il programma intitolato “K come Mozart”, dedicato appunto alle celebrazioni dell’anno mozartiano...
Si è trattato di uno sforzo importante, dal punto di vista artistico e organizzativo, fortunatamente premiato dall’apprezzamento degli ascoltatori. Siamo riusciti a concentrare nell’arco di un trimestre tutte le opere sinfoniche e cameristiche di Mozart in un contenitore quotidiano della durata di circa due ore, mentre le opere teatrali, trasmesse nei primi tre venerdì del mese, hanno occupato l’intero primo semestre del 2006. L’impegno maggiore è stato profuso nella scelta delle interpretazioni, alternando produzioni di rilevanza storica alle più recenti letture filologiche, e nella composizione dei programmi, che non hanno seguito criteri cronologici o di genere, ma sono stati improntati ad un principio di varietà. Ed è stato appassionante accostarci ogni giorno a capolavori immensi o a pagine “minori” ma in ogni caso di pregevole fattura, scandagliando fin nei minimi recessi un corpus compositivo senza eguali. Il successo dell’iniziativa ci ha indotto ha replicare il ciclo trimestrale per l’intero 2006, mentre le opere teatrali sono riproposte il mercoledì da luglio a dicembre.

Quanti ascoltatori avete mediamente al giorno?
È difficile stabilirlo con precisione, soprattutto perché i nostri due canali non sono soggetti ad alcun tipo di rilevamento Auditel. Inoltre, i programmi FD possono essere ricevuti con diverse modalità, alcune delle quali totalmente incontrollabili dal punto di vista quantitativo degli ascolti. L’unico dato certo è quello relativo agli abbonati Telecom (circa 170.000), ma la maggior parte degli utenti ci ascolta in modulazione di frequenza (nelle città di Roma, Milano, Torino e Napoli) oppure attraverso il satellite, Internet o il digitale terrestre. Possiamo solo ipotizzare, sulla base di proiezioni statistiche in nostro possesso, che il numero medio di contatti quotidiani all’ascolto si aggiri sul milione.

Come si costruisce un palinsesto tipo?
Nella costruzione del palinsesto cerco di ispirarmi soprattutto ad un principio di varietà, seguendo criteri simili a quelli rispettati da uno chef (se mi si consente il paragone), che debba elaborare il menù giornaliero di un grande ristorante: coerenza, stile, cura dei particolari, equilibrio tra novità e tradizione, e per l’appunto, varietà. L’obiettivo primario è quello di accontentare un po’ tutti i gusti, offrendo con discrezione la possibilità di provare “piatti” inconsueti alternati a proposte più tradizionali e di largo apprezzamento.
Nel corso della giornata riservo quindi ampio spazio ai generi musicali più amati dal pubblico: opera lirica, musica sinfonica e cameristica, repertorio classico e romantico. Mi piace dedicare brevi e significativi programmi al canto gregoriano (“Cantus planus”), alla musica medioevale e rinascimentale (“Dal codice di…” e “Cantate ninfe”), così come alle più recenti sperimentazioni (“Ritratti contemporanei”) e alla musica elettronica (“Elettromusica”), a quella per banda (“Musica, maestro!”), ma anche al folklore (“Suoni dal mondo”), alla commedia musicale (“Musical on stage”), alla musica da film (“35 mm”), fino ai generi confinanti con il jazz o la musica leggera (“Contaminazioni”).
Fortunatamente, grazie ai sondaggi periodicamente inseriti nel nostro sito Internet e alle richieste che costantemente ci giungono con ogni mezzo, riusciamo a mantenere un buon feedback con gli ascoltatori.

A proposito del vostro sito, avete in mente dei cambiamenti?
Il nostro portale http://www.radio.rai.it/filodiffusione/index.cfm è attualmente uno dei più visitati fra tutti quelli delle strutture RAI, soprattutto in virtù del fatto che in esso è possibile conoscere, con diversi giorni di anticipo e con un elevato livello di dettagli, l’intera programmazione del V canale alla pagina http://www.radio.rai.it/filodiffusione/auditorium/palinsesto.cfm
Inoltre offriamo ai nostri visitatori schede musicologiche relative ai programmi più significativi, biografie di autori ed interpreti, recensioni, segnalazioni di festival e molto altro. Da qualche giorno inoltre è visibile la playlist quotidiana del IV canale alla pagina http://www.radio.rai.it/filodiffusione/4canale/palinsesto.cfm, novità questa molto apprezzata dagli appassionati di musica leggera.
Nei principali motori di ricerca le nostre pagine vengono spesso evidenziate per la loro elevata aderenza alla richiesta, e questo è dovuto sia all’approfondimento dei temi trattati che al loro costante aggiornamento. La home page è tradotta in quattordici lingue e ciò, unito alla possibilità di poter ascoltare online i nostri programmi, ci ha donato una visibilità a livello mondiale veramente sorprendente. Anche la sezione dedicata all’accessibilità è assai curata e, grazie ad essa, portatori di handicap o persone con scarsa dimestichezza informatica possono consultare agevolmente le nostre pagine. Tuttavia, questo autunno (cioè a circa tre anni e mezzo dalla sua nascita) il sito subirà una notevole operazione di restyling, sia per gli aspetti grafici che strutturali, al fine di consentirci maggiore flessibilità e completezza informativa.

In conclusione, quali sono i vostri obiettivi principali?
La filodiffusione, a mio avviso, dovrebbe svolgere (e in buona parte già svolge) una triplice funzione, più evoluta rispetto alla semplice fornitura di una colonna musicale continua e in linea con lo spirito più autentico di servizio pubblico: divulgare, intrattenere, approfondire. In altri termini, contribuire alla diffusione della cultura musicale a tutti i livelli. Proprio in questo momento stiamo lavorando ad una radicale riorganizzazione del palinsesto, differenziando le tipologie di ascolto in base alle competenze e ai livelli di attenzione dell'ascoltatore medio, nelle varie ore della giornata. Stiamo quindi producendo nuovi programmi di carattere divulgativo e di breve durata, idonei anche ad un pubblico non abituato all'ascolto della musica classica, da alternare con programmi di maggiore caratura, adatti ad ascoltatori più esperti e comunque concepiti per accompagnare con discrezione lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Le proposte più raffinate e di maggior impegno culturale resteranno collocate, come già ora, nella fascia serale e notturna, partendo dal presupposto che il melomane, il musicologo e l'addetto ai lavori possano cercare (e trovare) nel V canale l'occasione per affinare ed approfondire le loro conoscenze in orari in cui la maggior parte del pubblico dedica la propria attenzione all'intrattenimento televisivo.
Ovviamente si rischia sempre di scontentare qualcuno, ma le eccezioni ci fanno comprendere meglio quali siano i criteri migliori da adottare come regola!

Intervista di Daiana Paoli a Massimo Di Pinto, pubblicata su Biblio-Net Musica Classica (17/09/2006).

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